venerdì 30 ottobre 2015

CASALE METROPOLITANO



In un edificio di inizio 900 nella periferia consolidata, un appartamento con giardino, piscina e un corpo esterno -inizialmente rimessa carrozze- trasformato in dependance, poi ampliata con un nuovo volume vetrato.
Il progetto degli esterni si modella al contesto nei materiali, nelle forme e nei colori, mentre negli interni si sofferma nel design delle componenti, nei dettagli e negli arredi.

Il cemento naturale del pavimento, il trattamento delle pareti e gli accessori, i complementi e i mobili realizzati su disegno artigianale in legno di rovere naturale e laccature con colori pastello spenti, rispondono al concept condiviso con la Committenza. Un fondo omogeneo bianco in cui si inserissero elementi naturali per garantire un’immagine complessiva calda e accogliente, come in una sorta di casale urbano contemporaneo. 
Legno, vetro, laccati e gessati si accostano in un’immagine non immediatamente identificabile nelle tendenze architettoniche più in voga, assumendo nella fattura artigianale delle parti un linguaggio originale e fuori dal tempo.
































martedì 20 ottobre 2015

IL BIANCO E LA LUCE






Il concept di progetto ha sviluppato una nuova pelle interna che articolasse l’intera zona giorno in un living, un ingresso, una cucina e un’area pranzo. La pelle è una boiserie in legno laccato segnata da bassofondi che segnano allineamenti fissi, in modo che ne risulti una geometria ad andamento orizzontale dove non si distinguano i rivestimenti dalle pareti attrezzate (mobili, contenitori, cassetti).
Le tonalità del bianco evidenziano i contrasti fra le pareti intonacate e le parti laccate matt.
In contrasto con le masse lignee bianche le pareti vetrate garantiscono la continuità visiva fra i singoli ambienti e il passaggio della luce, vera protagonista del progetto. Le pareti finestrate sono schierate su un unico fronte per cui i rimandi di luce sono stati ritenuti necessari per portare la luce naturale anche nelle zone meno illuminate.

La boiserie nella zona notte diventa una lunga parete armadio, che non si addentra nelle camere dove il trattamento delle superfici diventa più caldo e materico.

















lunedì 28 aprile 2014

Appunti sul design Italiano



Appunti sul design Italiano



Dai primi anni del 900 fino agli anni 80 è stata l'Italia a dominare nel mondo sul piano della progettazione. Con questo post ''Appunti sul design Italiano'' andremo, volta per volta, a riscoprire i protagonisti ed i progetti che hanno reso il ''design italiano'' una conoscenza fondamentale per chiunque si occupi di progettazione, e di qualunque parte del mondo!

- Prima del 900?


In genere, il termine "design" viene associato all'età della Rivoluzione industriale, che in Italia arrivò con un certo ritardo rispetto ad altri paesi europei, in un contesto caratterizzato dalla condizione geografica e politica frammentata dell'Italia ottocentesca, un paese che alle soglie del 1860 era agricolo e arretrato
Dopo l'Unità d'Italia, nonostante il lento consolidamento dell'industria cotoniera e degli opifici, soprattutto al nord, non si poteva ancora parlare di industrializzazione del paese prima del 1870-80. Tuttavia, in questo periodo iniziavano a nascere le fiere di paese e poi di città, le esposizioni, la nascita di scuole specialistiche e di "alfabetizzazione grafica". Per esempio, nell'Esposizione italiana del 1861 tenutasi a Firenze, viene sancito un carattere legato ai tessuti e ai prodotti alimentari, mentre quella di Milano del 1881 è incentrata sull'industria meccanica e le grandi costruzioni navali e ferroviarie; a Torino, nel 1898, emergono le applicazioni elettriche e nel 1902 viene lanciata l'avanguardia liberty con le sue espressioni floreali. Nell'Esposizione di Milano del 1906 la trasformazione industriale italiana è data dalle macchine utensili.






- Inizio 900


Nonostante il decollo industriale del periodo giolittiano (1889-1915), il quadro dell'industria internazionale era consolidato, ma, come l'Italia, aveva comunque problemi con l'industria delle materie prime. Dunque, intorno al 1910, l'Italia si inventa un asse portante alternativo, ovvero quello auto/aereo. Questa è una delle caratteristiche del design italiano, ovvero la ricerca e sperimentazione nella diversificazione tipologica, andando anche "fuori mercato". È in questo periodo che nascono la FIAT (1899), la Lancia (1908) e l'A.L.F.A. (1910), anche se l'automobile rimane un mezzo sportivo e di lusso, almeno fino al 1912, quando viene costruita la Fiat Zero
In campo aeronautico, la cultura artigianale della costruzione delle scocche in legno sviluppata sin dal 1879 da Enrico Forlanini, porta, nel 1909, al primo corso di aeronautica presso il Politecnico di Milano.
Con lo scoppio della prima guerra mondiale, il prodotto industriale italiano, soprattutto nel campo dei trasporti, deve verificare la sua validità e durata, seppur senza abbandonare la componente artigianale, per favorire la produzione industriale. In questo contesto emerge la cultura progettuale del Genio civile.
Nel periodo futurista Giacomo Balla e Fortunato Depero, nel 1915, redigono la proclamazione della Ricostruzione Futurista dell'Universo, che coglie al suo interno istanze di rinnovamento estese anche al mondo dell'arredo. È proprio di Balla la camera di bambini progettata e realizzata di suo pugno per la figlia Elica, a cui si accompagna, in seguito, anche un soggiorno ; entrambe le stanze sono decorate con la linea della velocità. Il colore appare l'elemento dominante nel Bal-Tic-Tac di Roma (1921), mentre nella sala futurista alla Casa d'Arte Bragaglia gli arredi sembrano fuoriusciti dalle tele degli artisti, appunto, futuristi.
Con Francesco Cangiullo si passa ad una concezione del mobile che abbraccia l'idea di abitare svelto, con tecniche costruttive veloci e semplici. La Casa futurista Zampini di Ivo Pannaggi, costruita tra il 1925 e il 1926 appaiono sintetizzati gli echi del De Stijl, piuttosto che un nuovo "interno futurista". Gli interni diNicola Diulgheroff rivelano, tra il 1928 e il 1936, l'impiego del tubo di metallo cromato e curvato e influssi modernisti.

Nel 1922 nacque il movimento artistico ''Novecento'', formatosi intorno al salotto di Margherita Sarfatti. Questo movimento artistico riguardava principalmente la pitture, ma ben presto andò ad influenzare la progettazione d'interni e di pezzi d'arredo. Tra gli esponenti di questa corrente troviamo gli architetti Giò Ponti, Giovanni MuzioGiuseppe De Finetti, i pittori Mario SironiAchille FuniLeonardo DudrevilleAnselmo Bucci, e lo scrittore Massimo Bontempelli.


- Giò Ponti (1891-1979)

Giovanni Ponti nacque a Milano nel 1891, e si laureò in architettura al Politecnico di Milano nel 1921, dopo aver interrotto gli studi a seguito della sua partecipazione alla prima guerra mondiale.
Negli anni venti comincia la sua attività di designer all’industria ceramica Richard Ginori, e rielabora complessivamente la strategia di disegno industriale della società; con le ceramiche vince il “Gran Prix” all’Esposizione di Parigi del 1925. In questi anni la sua produzione è improntata più ai temi classici ed è vicino al movimento Novecento, che si contrappone al razionalismo del Gruppo 7. Sempre negli stessi anni inizia anche la sua attività editoriale: nel 1928 fonda la rivista Domus
L'attività di Ponti negli anni trenta si estende: organizza la V Triennale di Milano nel 1933, disegna le scene ed i costumi per il Teatro alla Scala, ed è partecipe dell’associazione del Disegno Industriale ADI, essendo tra i sostenitori del premio “compasso d’oro” promosso dai magazzini La Rinascente. Riceve tra l'altro numerosi premi sia nazionali che internazionali e così nel 1936, quando la sua professionalità è affermata, diventa professore di ruolo alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, cattedra che manterrà sino al 1961.
Nel 1951, si unirà all’architetto Alberto Rosselli ed intanto sia il design che l’architettura di Ponti diventano in questi anni più innovative abbandonando i frequenti riallacci al passato neoclassico. È qui che inizia il periodo di più intensa e feconda attività sia nell’architettura che nel design, negli anni cinquanta, infatti, verranno realizzate alcune delle sue opere più importanti.
Gio Ponti morirà a Milano nel 1979.

Ecco alcuni progetti di Giò Ponti:

Sedia Superleggera
Interni Treno Settebello
Macchina del caffè

Palazzo Pirelli
Denver Art Museum
Denver Art Museum











CONTINUA...

martedì 25 marzo 2014

L'evoluzione di un luogo Sacro: Kamppi chapel


L'evoluzione di un luogo Sacro: Kamppi chapel



Questa insolita cappella di legno si trova al centro di Helsinki, sul lato sud della piazza Narinkka.
Le delicate forme di legno dell'interno fungono da rifugio dal trambusto della città, infatti è conosciuta come la "Cappella del Silenzio", mentre l'esterno vuole far ''fluire nel paesaggio urbano'' la forma curva della struttura. L'aria d'ingresso della cappella serve x allestire esposizione, mentre l'interno è composto da spessi pannelli di ontano (descrizione sotto) trattato ad olio ed elementi d'arredo di legno massello.


L'esterno è caratterizzato da assi di abete con una cera pigmentata nanotecnologica, mentre la vera e propria cornice di legno è stata ricavata tramite più parti di lamellare incollate fresati a cnc.
Forse l'elemento più importante di questa cappella è l'interno di legno, con la sua delicata, ma onnipresente, luce naturale; tuttavia, pur essendo indubbiamente moderno lo spazio è molto in sintonia con l'ambiente e le forme dell'architettura ecclesiastica più tradizionale.





ONTANO:  legno tenero e leggero, rossastro, poco resistente alle intemperie e agli insetti, ma durevole se immerso in acqua; lavorabile e lucidabile, è usato in ebanisteria.
Gli ontani sono alberi, generalmente di piccola taglia, o cespugli. Si sviluppano sino a 8-10 metri, eccezionalmente
raggiungono i 25-30 metri (35 metri Alnus rubra, specie della costa pacifica americana).
Le foglie sono semplici, caduche, alterne, a margine dentato. I fiori sono riuniti in amenti a sessi separati sulla medesima pianta (l'ontano è una pianta monoica). Gli amenti maschili sono allungati i femminili ovali e più corti. L'impollinazione nel genere è per lo più anemofila raramente possono essere visitati dalle api. La fioritura avviene prima della fogliazione.
Le infruttescenze hanno un tipico aspetto legnoso e non si disintegrano a maturità, caratteristiche che aiutano a
differenziare gli ontani dalle betulle (genere Betula), unico altro genere della famiglia.



Sono dei magnifici colonizzatori e per questo spesso vengono utilizzati per bonificare i terreni poveri, umidi,
malsani; infatti attraverso le loro radici fissano l'azoto al terreno, svolgendo appunto la azotofissazione. Il legno è
molto resistente all'acqua (Venezia è tutta costruita su fondazioni di pali di ontano prelevati da boschi croati delle
Alpi Bebie, Velebit, in Croazia).
La rapidità di crescita degli ontani e la loro resistenza a condizioni sfavorevoli ne hanno fatto apprezzare l'uso
come essenze nella bioremediation (es. recuperi di cave, siti minerari, aree incendiate).
In arboricoltura da legno, grazie alla già citata azotofissazione, è utilizzato come specie accessoria per facilitare
l'accrescimento delle altre specie "nobili" (principali) presenti nell'impianto.
Possono avere una valenza ornamentale come piante da giardino o bonsai.
Il legno di ontano è una delle essenze più utilizzate nella liuteria elettrica per la produzione di corpi per chitarre.



Tradizionalmente impiegato dalla Fender, è oggi utilizzato anche in lavorazioni sofisticate per corpi parzialmente cavi (ad esempio Manne in Italia). Veniva anche impiegato per fare secchi e tinozze (venivano utilizzati anche altri legni; come il pino, il rovere, il larice).

Altri riferimenti:
- Chiese ed architettura sacra http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_(architettura);
- Edifici religiosi a Roma http://it.wikipedia.org/wiki/Chiese_di_Roma.

martedì 14 gennaio 2014



La storia del mobile - dagli Egizi ai giorni nostri
(prima parte)



           
                             esempio di mobili dell'antico Egitto                                                    Z. Island - Ernestomeda


I mobili compaiono stabilmente nell'uso comune soltanto al termine della vita nomade e con la costruzione di abitazioni solide in legno, mattoni o pietra.

- Nell'antichità:

L'uso di mobili è documentato già presso le antiche civiltà, tra gli Assiri, nell'antico Egitto, nell'antica civiltà cinese.
Le raffigurazioni dei vasi greci ci mostrano vari tipi di mobili: troni, sedie ,tavolini.
Presso gli Etruschi e gli antichi romani troviamo l'uso di tavoli, sedili ed anche armadi. Nelle case più ricche esistevano tavoli e arredi di materiali quali bronzo, ferro, marmo e avorio.

- Il Medioevo:

Nel Medioevo il mobilio è ridotto all'essenziale e l'elemento più comune rimane il mobile in legno, spesso realizzato in forme semplici e rustiche. Presso le case più ricche dei nobili, per le chiese ed i monasteri monasteri, si producono mobili più elaborati sia di uso civile (troni, panche, sedili, tavoli, cassapanche) o di uso religioso (altari, banchi, reliquari, cofani, cubicoli, armadi da sagrestia, scaffali per libri) anche in serie protratte nel tempo o con materiali pregiati, quali avorio, metalli preziosi, marmi.
Tavoli e bauli sono spesso costruiti in modo da essere trasportati facilmente (smontabili).


Tavolo in stile Medievale


- Il Rinascimento:
Durante il Rinascimento alcuni mobili nelle case nobili e ricche, assumono maggiore importanza con l'aggiunta di rialzi e di baldacchini chiusi con teli e stoffe.
Negli edifici pubblici e religiosi i banchi, le librerie, gli scanni e i cori lignei sono più imponenti, intarsiati e decorati.
Questo stile si sviluppa inizialmente in Italia, dove gli artisti si ispirano alle fonti classiche, a Roma e alle sue vestigia; solo in seguito la nuova cultura si espanderà in Europa attraverso le guerre condotte da Luigi XII e Francesco I.
Successivamente tale tendenza sarà presente nel Regno di Napoli e Sicilia, nella Spagna, nelle Fiandre, nella Germania ed Inghilterra.


Scrittoio in stile Rinascimentale

L'intarsio:
L'intarsio o tarsia lignea è un tipo di decorazione che si realizza accostando minuti pezzi di legni o altri materiali di colori diversi. Diffusa già nel Trecento tra il 1440 e il 1550 raggiunge il massimo della fioritura, sviluppando quello che verrà definito da André Chastel "il cubismo del Rinascimento".
Fino a tutto il XV secolo la tarsia rimase una forma artistica praticata essenzialmente solo in Italia; in seguito si diffuse, seppure molto cautamente, anche al di là delle Alpi[1].
Simile è l'ebanisteria, dove però come materiale viene utilizzato esclusivamente il legno, inoltre è un termine applicato dal XVII secolo, soprattutto riguardo alla decorazione del mobilio.



























Link di riferimento:
http://it.wikipedia.org/wiki/Mobile_(arredamento)


giovedì 5 dicembre 2013


Natale a 5 assi !

L'arrivo delle festività natalizie coincide, per noi, con l'arrivo di una nuova macchina, capace di realizzare tutto ciò di cui hanno bisogno i nostri clienti.




Stiamo parlando di Rover A, il centro di lavoro a controllo numerico che risponde alle esigenze più varie. Infatti può lavorare pannelli di diversi formati grazie alla variabilità delle taglie e migliora le performance nelle lavorazioni per serramenti grazie ad elettromandrini più potenti e un sistema di bloccaggio pezzi da top di gamma. La nuova unità operatrice 5 assi, compatta e tecnologicamente avanzata, consente la lavorazione di pezzi con forme complesse garantendo qualità e precisione.



Sì, un po' come il ''ferro vecchio'' di Iron Man.
I nostri uomini potrebbero diventare Wood Man!!






Scherzi a parte, siamo lieti di annunciarvi quest'importantissima novità, che ci rende sempre più all'avanguardia ed aperti all'uso di nuove tecnologie, che possano esser d'aiuto alla mente umana sia nei tempi che nei modi di lavorazione, rendendo meno pericolose alcune manovre di lavoro, senza sostituire l'uomo stesso ovviamente!

Vi alleghiamo, per farvi comprendere al meglio di cosa stiamo parlando, la definizione di Centro di lavoro a controllo numerico, con alcune immagini illustrative.

Il controllo numerico è una caratteristica delle macchine utensili: si dicono "macchine a controllo numerico" o macchine "CN" quelle macchine utensili il cui movimento durante la lavorazione è diretto da un computer integrato nella macchina che ne comanda gli spostamenti e le funzioni secondo un ben definito programma di lavoro.
Le macchine CN non sono robot: i robot sono in grado di adattarsi a variazioni dell'ambiente in cui stanno operando (oggetti non nella posizione prevista, intromissioni di altre macchine o di operai umani) e portare a termine ugualmente il compito a cui sono preposti; una macchina CN invece si limita ad eseguire il programma impostato a prescindere da cosa accade intorno ad essa ed è responsabilità dell'operatore preparare i pezzi da lavorare ed intervenire in caso di imprevisti. In altre parole, le macchine CN devono sempre operare sotto la supervisione di un operatore umano, mentre i robot possono, al limite, operare senza alcuna supervisione.







Gli assi:
Caratteristica principale di queste macchine è il numero di gradi di libertà disponibili, detti assi della macchina. Generalmente 2,3, o 5. Il controllo numerico di una macchina si basa sulla misura della posizione delle sue parti mobili tramite encoder e sull'azionamento controllato di attuatori (motori, pistoni idraulici o altro) che governano il movimento della macchina in modo da posizionare l'utensile di lavorazione in un punto arbitrario scelto con precisione. Un dato movimento della macchina misurato da un encoder e controllato dal computer attraverso un motore, in modo tale che sia possibile posizionare la macchina con precisione in un punto arbitrario della corsa disponibile si dice asse controllato, o più semplicemente asse della macchina.


Per esempio: una generica fresa CN, che può muovere il suo utensile in tre direzioni (x, y, z) ha tre "assi" controllati, cioè tre direzioni di moto controllate dal computer attraverso i motori e di cui si può programmare il computer affinché fermi l'utensile in un punto a piacere lungo queste tre direzioni (entro i limiti della corsa massima meccanica); la rotazione del mandrino in genere invece non è un "asse", perché il computer di controllo non può comandarne il posizionamento esatto in un punto qualsiasi, ma si limita a impostare e mantenere una data velocità di rotazione; tantomeno sono "assi" eventuali movimenti accessori di tipo on/off (portelli per sfridi, pompe per acqua o aria, elettrovalvole, ecc...).
I tipi più comuni sono
  • 2 assi: movimento solo su X e Y. Pezzi limitati a lavorazioni piane senza variazioni di profondità.
  • 3 assi (anche 2 assi e mezzo): si tratta di macchine in grado di operare su tutti e tre gli assi, ma soltanto a passi discreti su uno di essi (generalmente l'asse Z), cioè gestiscono l'interpolazione soltanto su due assi. Sono oggi il tipo più economico.
  • 4 e 5 assi: oltre al movimento sui tre assi X,Y e Z si aggiunge l'inclinazione (ed eventualmente la rotazione) del mandrino solidale al piano macchina. Queste macchine possono realizzare praticamente qualsiasi tipo di sagoma purché la forma delle concavità non vada in interferenza con il mandrino. Queste macchine sono molto costose, e vengono usate anche per lavorazioni su pezzi di grandissime dimensioni (turbine, eliche navali, scocche per motori, stampi...)